Massimiliano Palinuro, Vicario Apostolico di Istanbul

IL PELLEGRINAGGIO
IN TURCHIA

+ Massimiliano Palinuro, Vicario Apostolico di Istanbul

“Un'esperienza che ti può cambiare la vita”.

“Carissimi, un caro saluto da Istanbul e dalla Turchia, la Terra Santa della Chiesa. In questa terra, posta come un ponte tra Oriente e Occidente, da sempre si incontrano e si scontrano mondi distanti, culture e religioni diverse. In questo crocevia del mondo, il Vangelo di Cristo giunse fin da subito e almeno sei apostoli posero le basi per la presenza cristiana. Secondo le antiche fonti, la prima evangelizzazione vide coinvolti in Turchia Pietro, Paolo - che proprio in questa terra nacque a Tarso - Andrea, Giovanni, Filippo e Bartolomeo. Dopo venti secoli la comunità cristiana, nono-stante le difficoltà e le traversie della storia, pur ridotta numericamente ad una sparuta minoran-za, continua a custodire gelosamente la fede degli apostoli.
Il pellegrinaggio in Turchia non è mero turismo religioso, non è solo un'interessante esperienza culturale, ma porta a riscoprire le radici della propria fede. Qui da Harran Abramo mosse i primi passi del suo pellegrinaggio di fede, forte della promessa del Signore. Qui quasi un terzo del Nuovo Testamento è stato scritto: qui lo Spirito Santo ha inspirato la rivelazione cristiana. Venire qui significa percorrere le strade che hanno percorso gli apostoli e riappropriarsi della loro testimonianza. Qui, secondo un'antica tradizione, la Vergine Maria insieme con Giovanni è giunta a Efeso, dove si trova la sua umile casa, luogo di preghiera e di fraternità per cristiani e mussulma-ni. Qui i primi cristiani hanno affrontato con corag-gio le persecuzioni e hanno perseverato nella fede. Qui i Padri della Chiesa hanno riflettuto sulla rivelazione cristiana e hanno trasmesso alle generazioni future le prime riflessioni teologiche sul messaggio cristiano. Qui i Concili Ecumenici della Chiesa antica hanno avuto luogo, dando forma teologica corretta alla fede cristiana.
La fede è partenza: con queste parole don Andrea Santoro, grande testimone di fede qui in Turchia, ha sintetizzato il cammino di Abramo, primo pellegrino della fede, mostrando la necessità di uscire dalle proprie sicurezze e dai propri pregiudizi per aprirsi agli orizzonti di Dio. L'esperienza del pellegrinaggio in Turchia - se fatto con apertura di cuore e buona preparazione - è capace di riaccendere in noi la nostalgia per il Vangelo e di ravvivare in noi il desiderio di essere discepoli e testimoni coerenti del Signore Gesù. Devo testimoniarvi che io mi trovo in Turchia, ormai da più di dodici anni, proprio in seguito ad un pellegrinaggio fatto sulle orme di Paolo nel 2009. Il Papa Benedetto XVI aveva indetto l'anno paolino per ricordare il XIX centenario della nascita dell'Apostolo delle genti, invitando a compiere pellegrinaggi sulle rotte dei suoi viaggi apostolici. Sulle orme di Paolo, contagiato dalla sua testimonianza, proprio nella sua città natale qui a Tarso, avvertii la mia vocazione nella vocazione e decisi di lasciare le attività di apostolato che già svolgevo in Italia per servire la Chiesa che vive in Turchia. Posso dunque testimoniarvi che l'esperi-enza del pellegrinaggio può davvero dischiudere nuovi orizzonti, può incoraggiarci a seguire il Signore e a vivere il Vangelo fino in fondo, senza compromessi.
Carissimi, la vita stessa è un lungo e, a volte, faticoso pellegrinaggio di fede. Benchè il cammino sia arduo, la gioia della meta ci rianimi e ci spinga sempre a rimetterci in cammino per essere ancora pellegrini e mendicanti del Cielo.
Buon cammino! ”

Esperienza di pellegrinaggio in Turchia

Monsignor Giovanni Nerbini

IL SENSO VERO
DEL PELLEGRINAGGIO

+ Monsignor Giovanni Nerbini, Vescovo di Prato

“Lourdes! Sono partito un po’ contro voglia perché da un lato mi seccava dover fare un viaggio così lungo…poi il pellegrinaggio mi ha cambiato. Non voglio perdere la gioia e la pace che ho nel cuore. I veri miracoli sono anche questi... il prendere consapevolezza che c’è sempre un momento, una svolta cruciale per poter cambiare passo e ripartire”.

La grotta di Lourdes

“Ho trovato in questa semplice testimonianza di un giovane, il senso vero del pellegrinaggio (a Lourdes come in qualsiasi altro luogo) così come anch’io tante volte l’ho vissuto e sperimentato. Vivi periodi intensi di studio o di lavoro, situazioni famigliari difficili e ti lasci prendere da tante preoccupazioni che depositano sul tuo cuore e sulla tua vita uno strato di fatica, pesantezza a volte di tristezza.
Si dirada la tua preghiera, cominci a sentire il Signore lontano (in realtà sei tu che ti sei allontanato) e la tua fede illanguidisce fino a spegnersi quasi del tutto mentre rimani prigioniero di abitudini che ripetono gesti e azioni, senza entusiasmo e senza gioia. A quel punto ti manca anche la forza e la voglia di prendere una iniziativa che si prefigga di cambiare qualcosa. Poi arriva l’opportunità di un pellegrinaggio che tu cogli per l’insistenza del parroco o di un amico, che sa riaccendere in te almeno un po’ di curiosità e così decidi di partire senza immaginare cosa vivrai, senza aspettative particolari, senza sapere che... il Signore ti stava aspettando! Sì è proprio così. Il pellegrinaggio spesso è la scoperta che il Signore non ha smesso di lavorare nel tuo intimo, di agire magari proprio attraverso le situazioni di dolore e fatica della vita e aspettava il momento favorevole e “nel luogo più adatto” per portare a compimento il suo lavoro restituendoti entusiasmo, fiducia e forza per tornare a casa, alle cose di sempre ma con rinnovato slancio. Certi “luoghi” ci parlano di Dio e ci permettono di riscoprirlo, incontrarlo, riaprire il dialogo con lui. In una parola il pellegrinaggio non è una gita, uno svago od una vacanza è il luogo dell’incontro dove quasi sempre si verifica una rinascita.
C’è un passaggio nel Vecchio Testamento che può riferirsi al caso nostro. Nel primo libro dei Re, Elia il grande profeta, rimasto solo a servire il Signore viene minacciato di morte ed è costretto a fuggire desideroso lui stesso di morire. Ha perso tutta l’energia che aveva segnato il suo servizio. Ma ristorato e rinfrancato percorre il suo “pellegrinaggio” di quaranta giorni fino all’Oreb il monte di Dio. E sarà lì che farà esperienza del suo Signore il quale lo incoraggia e gli affida una nuova missione. “Su, ritorna sui tuoi passi verso il deserto di Damasco…” Elia ritroverà energia ed entusiasmo per la sua missione… Allora buon pellegrinaggio a tutti.”

Monsignor Adriano Tessarollo

PERCHÈ UN VIAGGIO
IN TERRA SANTA

+ Monsignor Adriano Tessarollo, Vescovo di Chioggia

“La “Terra Santa” comprende la vasta area geografica dove è nata la Bibbia, specie dove ha vissuto e operato Gesù, e dove è nata la Chiesa. Si tratta anche di una interessante area culturale che abbraccia millenni di storia. È anche un’area di grandissimo interesse geografico, geologico e panoramico.Tradizionalmente il fulcro di un viaggio in Terra Santa si concentra sulla ‘Terra di Gesù’ comprendente oggi i territori israeliani e palestinesi, con possibile estensione al Sinai (Egitto) e/o alla Giordania, legati alla storia dell’antico popolo d’Israele, specie all’esperienza dell’Esodo.

Questo viaggio diventa tanto più significativo quanto più si è interessati a scoprire la persona e l’insegnamento di Gesù di Nazareth, con tutto il suo mondo spirituale plasmato dalle pagine dell’Antico Testamento e portato a compimento nel suo insegnamento testimoniato nei Vangeli con riferimenti concreti a luoghi, natura e cultura di quella terra e del suo tempo.

La visita ai luoghi che la tradizione ha conservato legati alla memoria di qualche episodio della vita di Gesù o di qualche pagina evangelica, riceve il suo pieno senso se in essi si sosta in ascolto di quelle pagine e in preghiera sia personale che di tutto il gruppo. Una visita di questa Terra è un arricchimento storico e culturale, un godimento di panorami e di usi e costumi umani, ma soprattutto un’esperienza biblico/spirituale che al rientro ti accompagna ogni volta che riascolti le pagine della bibbia, specie quelle dei Vangeli.”

La Terra Santa

Monsignor Rubén Tierrablanca González

LA PARTENZA SI PREPARA
CON SPERANZA

+ Monsignor Rubén Tierrablanca González, ofm, Vicario apostolico d’Istanbul

Instambul Turchia

“Dalla bella e storica città d’Istanbul, porgo il mio fraterno saluto di Pace e Bene, a tutti voi amiche e amici che sfogliate questo catalogo di Caldieri Viaggi con il desiderio di trovare una proposta valida per avere finalmente, dopo questo periodo pesante di cento giorni con il macigno sulle spalle per la diffusione del COVID-19, l’opportunità di uscire e visitare le regioni del mondo che vi diano gioia e speranza di continuare la strada della vita.

Diverse volte ho avuto l’occasione di salutare dei gruppi che percorrono la Turchia, visitando il territorio delle Chiese primitive, che al tempo degli apostoli hanno messo le radici cristiane, e che nonostante le vicende della storia e la dominazione dei regni umani che non hanno accolto la fede cristiana, la Chiesa di Gesù Cristo è ancora viva e rende testimonianza della speranza di una vita che si rinnova sempre. In questi giorni si sta preparando la ripartenza delle attività, con tutte le precauzioni necessarie per non tornare mai più alla pandemia del corona virus, e vorremmo imparare dalla dura e cruda esperienza vissuta, a rinnovare la vita e forse ad inventare un nuovo modo di vivere, con criteri più umani e in armonia con la creazione e con tutta l’umanità. La lettura e meditazione dei testi biblici, in modo particolare il racconto della predicazione apostolica, nei luoghi dove vivevano i primi cristiani, e le Lettere di San Giovanni alle Sette Chiese, vi aiuteranno a comprendere la Tradizione viva della Chiesa e illumineranno i tempi nuovi che vogliamo costruire insieme nel mondo. Con il sincero desiderio di trovarci presto in Turchia, vi raccomando di preparare i tempi nuovi con fiducia e speranza. Arrivederci!”

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